Il brutale linciaggio di Emmett Till e il risveglio del movimento per i diritti dei neri negli Stati Uniti (2024)

Il 31 agosto 1955 il corpo senza vita di Emmett Till emerse dalle acque del fiume Tallahatchie, in Mississippi. Tre giorni prima due uomini bianchi avevano sequestrato e assassinato il quattordicenne nero, dopo averlo falsamente accusato di aver molestato la moglie di uno di loro. Quando il cadavere di Emmett Till fu rinvenuto, spogliato e mutilato, l'adolescente era quasi irriconoscibile.

Questo evento tragico e brutale segnò un prima e un dopo nella storia degli Stati Uniti. Le immagini del corpo sfigurato di Emmett Till fecero il giro del Paese e resero evidente la violenza nei confronti dei cittadini neri, risvegliando il movimento per i diritti civili e l'uguaglianza dei neri.

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Emmett Till in una fotografia scattata dalla madre il giorno di Natale 1954

Un linciaggio razzista a sangue freddo

Nell'estate 1955 Emmett Till si era trasferito da Chicago a Marey per visitare la famiglia. Il giovane si era stabilito nella casa degli zii, Moses ed Elizabeth Wright, con l'idea di trascorrere qualche giorno con i cugini nel paesino di quattrocento anime in cui era nata la madre. Prima di partire questa lo aveva avvertito di agire con prudenza, perché il razzismo e la segregazione negli stati del sud erano molto peggiori che a Chicago.

Il 24 agosto Emmett e i cugini entrarono al Bryant Grocery and Meat Market per comprare delle gomme da masticare. Il negozio apparteneva a una coppia, Ray e Carolyn Bryant, ma quel giorno al bancone c'era solo la moglie. Il giovane di Chicago entrò nel locale, comprò le gomme, pagò e se ne andò. Nell'uscire fece un fischio che, secondo i suoi cugini, non era rivolto alla commessa; ciò nonostante, sapendo che la confusione avrebbe potuto creargli problemi, gli adolescenti decisero di allontanarsi rapidamente dal posto.

Il corpo riemerse con un filo spinato intorno al collo che lo legava a un ventilatore del peso di 34 chili

Quando rivide il marito, Carolyn Bryant gli disse che quella sera Emmett Till era entrato nel suo negozio e l'aveva afferrata e molestata ripetutamente. Infuriato, Ray Bryant si mise in cerca del giovane che avrebbe aggredito sua moglie. Il 28 agosto, alle 2.30 del mattino, Bryant e il fratellastro J.W. Milam bussarono alla porta degli zii di Emmett Till, obbligarono il giovane a vestirsi e a venire con loro, minacciarono la famiglia e rifiutarono le offete economiche che questi gli fecero perché lasciassero in pace il nipote.

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Emmett Till sul suo letto a Chicago nel 1955

Il giorno seguente lo sceriffo della contea Leflore arrestò Bryant e Milam, accusati di sequestro. Gli uomini ammisero di aver rapito Emmett Till, ma assicurarono di averlo liberato poco dopo. Tre giorni dopo il corpo nudo e completamente sfigurato del quattordicenne fu trovato nel fiume, con un filo spinato intorno al collo che lo legava alla pala di una ginnatrice (strumento usato per la lavorazione del cotone) del peso di trentaquattro chili. Il cadavere era in un tale stato che l'unico dettaglio che permise a Moses Wright di riconoscere il nipote fu l'anello d''argento con incise le sue iniziali che portava al dito.

La lotta di Mamie Till

Quando seppe che avevano sequestrato suo figlio Mamie Till, allarmata, avvisò immediatamente il NAACP (National Association for the Advancement of Colored People) e gli esponenti politici dello stato. Poco dopo ricevette la notizia che Emmett Till era stato assassinato.

Il feretro con il corpo inerte del giovane giunse a Chicago chiuso dal sigillo del Mississippi; tuttavia, Mamie Till decise di aprire la bara perché la gente potesse vedere quel che aveva visto lei, come disse al direttore delle pompe funebri. Decine di migliaia di persone, commosse dall'evento, si presentarono al A. A. Rayner Funeral Home per dire addio a Emmett Till e poterono vedere con i propri occhi le violenze subite dall'adolescente.

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Una lunghissima fila di persone attende di dire addio a Emmett Till. Chicago, 6 settembre 1955

Decisa a far sì che la storia di suo figlio raggiungesse tutti gli statunitensi, Mamie Till chiamò i giornalisti perché assistessero al funerale e parlassero dell'accaduto. Simeon Booker, della rivista Jet, e Moses Newson, del Tri-State Defender, resero il linciaggio una notizia di rilevanza nazionale, e il fotografo David Jackson immortalò l'immagine del feretro aperto con dentro il corpo sfigurato di Emmett Till, dando così un volto alla violenza razziale contro i cittadini neri.

Assassini confessi a piede libero

Nel settembre dello stesso anno J.M. Milam e Ray Bryant furono processati per sequestro e omicidio da una giuria formata da dodici uomini bianchi nel tribunale della contea di Tallahatchie. Durante il processo, che durò cinque giorni, gli imputati negarono di aver avuto nulla a che fare con la morte di Emmett Till e furono assolti sia dall'accusa di omicidio sia, mesi dopo, da quella di sequestro.

L'attivista Ruby Hurley raccontò che durante il processo gli imputati «se ne stavano lì a mangiare gelati e a giocare con i figli come se fosse una scampagnata». Vedendo che perfino lo sceriffo si rivolgeva alle persone nere presenti con epiteti insultanti, gli imputati erano coscienti del fatto che la giustizia era dalla loro.

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I fratellastri J.W. Milam (al centro) e Roy Bryant (a destra) discutono con il loro avvocato durante il processo

Nel gennaio 1956, nemmeno sei mesi dopo l'omicidio, la rivista Look pubblicò un articolo in cui Bryant e Milam confessavano di aver ucciso Emmett Till. Protetti dal principio costituzionale che impedisce di giudicare due volte una persona per lo stesso crimine, i due uomini avevano accettato di raccontare la verità in cambio di quattromila dollari.

Il risveglio del movimento per i diritti dei neri negli Stati Uniti

Grazie alla forza e alla spinta dell'incrollabile Mamie Till e all'aiuto dei giornalisti, il caso di Emmett Till divenne noto in tutto il Paese. Fu così che Mamie Till riuscì a far sì che uno delle migliaia di linciaggi susseguitisi tra il 1870 e gli anni cinquanta negli Stati Uniti mettesse la società di fronte alla scomoda realtà del suo razzismo.

Cento giorni dopo l'omicidio, Rosa Parks rifiutò di cedere il suo posto su un autobus, scontrandosi con la legge segregazionista dell'Alabama e segnando una pietra miliare nella lotta per i diritti dei neri. «Considerò l'idea di spostarsi nella parte posteriore dell'autobus, ma poi si ricordò di Emmett Till e non ci riuscì», spiegò il reverendo Jesse Jackson nel 1988.

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Mamie Till al funerale del figlio, 6 settembre 1955

La generazione Emmett Till

Cinque anni dopo centinaia di studenti neri organizzarono riunioni, sit-in e manifestazioni per esigere uguaglianza davanti alla legge, dandosi il nome di "generazione Emmett Till". Nel 1963 Martin Luther King Jr. pronunciò il famoso discorso I have a dream nell'anniversario della morte di Emmett Till, citando il giovane ucciso come aveva già fatto molte altre volte. Anche Bob Dylan gli dedicò una canzone, intitolata The Death of Emmett Till, nel 1962.

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La chiusura del caso, 66 anni dopo

Gli assassini morirono senza passare un giorno in carcere o scontare alcun tipo di pena, pur avendo confessato il crimine. Nel 2018 il caso fu riaperto in seguito alla pubblicazione del libro The Blood of Emmett Till, scritto dallo storico Timothy Tyson. Nel libro Carolyn Bryant, che all'epoca aveva ottantatré anni, ritrattava le accuse rivolte a suo tempo contro Emmett Till sostenendo che il ragazzo non l'avesse mai molestata. «Nulla di quello che fece il ragazzo giustifica quello che gli accadde», avrebbe affermato in un'intervista con l'autore nel 2008.

Dopo la pubblicazione di The Bllod of Emmett Till il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti riaprì le investigazioni, ma quando interrogarono nuovamente Carolyn Bryant, questa tornò alla versione iniziale dei fatti. Nel dicembre 2021, in mancanza di prove che confermassero la versione del libro (lo storico non poté fornire registrazioni di quella parte dell'intervista), il dipartimento di giustizia chiuse l'indagine.

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Mamie Till sopra il feretro del figlio il giorno del funerale

Le sofferenze inflitte tanto a Emmett Till quanto a molti altri cittadini neri statunitensi sono state raccontate in classici come Il buio oltre la siepe, il romanzo di Harper Lee, o il film Mississippi Burning. Malgrado la lunga lotta per la parità dei diritti, però, il razzismo che uccise Emmett Till rimane vivo.

Il cartello in memoria di Emmett Till ha subito ripetuti attacchi vandalici

Ne sono prova l'omicidio di George Floyd, del 2020, che rese famoso il movimento Black Lives Matter, e i ripetuti atti vandalici subiti dal cartello commemorativo in memoria di Emmett Till, collocato nella zona del fiume in cui fu ritrovato il suo corpo. Attualmente, dopo essere stato sostituito per tre volte, il cartello è stato riparato da vetro antiproiettile per proteggere il ricordo di un giovane che perse la vita a causa di una terribile ingiustizia.

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